Se questi anni della Ferrari vi sembrano duri, allora probabilmente non ricordate una monoposto davvero ricca di problemi.
Dal 2007 a oggi, la Ferrari non si è dimostrata all’altezza di poter vincere nel Mondiale di Formula 1, con la frustrazione dei tifosi che in varie occasioni è stata evidente. Il 2023 è stato un anno del tutto anonimo, senza la possibilità di lottare con la Red Bull per il titolo e con la sola vittoria di Singapore che di certo non può essere di consolazione.
Si parla di una Rossa pronta a vincere almeno cinque gare nel prossimo Mondiale, il che sarà impresa assai ardua, considerando come uno score del genere non accade dal 2018. Allora ci riuscì la coppia formata da Sebastian Vettel e da Kimi Raikkonen, con i due che riuscirono anche a essere in lotta per il titolo con la Mercedes di Lewis Hamilton.
Per quanto sia stata frustrante la stagione 2023, di sicuro si è rivelata nettamente migliore rispetto ad alcune del passato. Uno dei punti più bassi del Cavallino Rampante è stato indubbiamente il 2020, con l’irregolarità del propulsore a poche settimane dall’inizio del Mondiale, diventati poi mesi visto lo slittamento del Covid, ha dato vita a una monoposto del tutto inadeguata e ricca di problemi.
Molto negative furono anche le monoposto che dovettero guidare Sebastian Vettel nel 2016 e soprattutto la prima monoposto ibrida di Fernando Alonso nel 2014. L’inizio degli anni ’90 furono un vero e proprio disastro, ma forse c’è un anno nel quale più di tutti si è potuto assistere al crollo totale della Ferrari.
Ferrari 312 T5: il punto più basso della Rossa
Annate come quella del 1969, con la 312 F1 di Chris Amon e Pedro Rodriguez, e la 1973 di Arturo Merzario, furono altamente negative, con la Rossa che nel primo caso totalizzò solo 7 punti e nel secondo 12. Quel periodo era però di “ristrutturazione” per il Cavallino, mentre nel 1980 nessuno avrebbe mai immaginato di assistere a un simile crollo.
La Ferrari poteva infatti contare su Jody Scheckter, fresco campione del mondo con la Rossa, e Gilles Villeneuve, con il canadese che si era rivelato determinante nel successo del compagno di squadra dell’anno precedente e si era laureato vicecampione del mondo. Per quanto potesse essere peggiorata la monoposto, si parlava comunque di una scuderia che l’anno precedente aveva dominato nelle corse.
Quella vettura presentava moltissimi difetti, partendo per prima cosa da una totale assenza di effetto suolo della monoposto. Questo aiuto diventava di fatto nullo a seguito della presenza di del motore a cilindri, con quella vettura che risultava anacronistica anche a causa del telaio tubolare.
Ecco perché nelle prime tre gare dell’anno 1980, Villeneuve e Scheckter conobbero solo ritiri. Un vero e proprio fallimento, con il campione del mondo in carica che conquistò solo un quinto posto negli Stati Uniti, a Long Beach, mentre il canadese mosse più volte la classifica, ma solo con quinti e settimi posti. Il punto più basso capitò a Scheckter, con il sudafricano che in Canada non riuscì nemmeno a qualificarsi per la gara. Un disastro che portò la scuderia a chiudere al decimo posto con soli 8 punti, un disastro su tutta la linea e che fa di questa monoposto la peggiore di sempre.
